Itinerario "Un vallone ricco di storia e cultura"
San Germano 486 m - Briere 736 m - Poggio Pini 1228 m - Ciaurenchi 1167 m - Minusani 790 m - Ciampetti 630 m - San Germano Chisone 486 m. Tempo complessivo: 5 ore.
Bella escursione, estremamente facile, che si snoda sul territorio dei comuni di san Germano e Pramollo. l'escursione è caratterizzata da ampi scorci panoramici sulla bassa Val Chisone, sul vallone di Pramollo e perfino sul lontano Monviso. Nel Comune di San Germano si possono visitare il museo valdese sul tema della condizione femminile, il parco comunale villa Widemann, il Tempio valdese e la Chiesa cattolica. Dalla piazzetta antistante il vecchio Municipio di san Germano passare sotto il portico e poco più avanti imboccare sulla sinistra la stradina che sale a congiungersi alla strada per Pramollo. Attraversata la provinciale, seguire la ripida stradina asfaltata che conduce ai Gianassoni. Si raggiunge così in pochi minuti la borgata Grisse, dove si abbandona la carrozzabile per imboccare la mulattiera che sale tra terreni ancora coltivati. Attraversata un'ultima volta la carrozzabile, si perviene in breve a Briere. Chi volesse risparmiare circa 45 minuti di salita potrebbe giungere fin qui in auto, salendo da Ciampetti. A monte delle case riprendere la mulattiera che sale in mezzo agli ultimi coltivi e poi si inoltra nel bosco ceduo conducendo in breve tempo a Case Peui. Da qui il sentiero poggia a sinistra e quindi si inoltra in un bel bosco di abete rosso. Ora il sentiero torna a svoltare a destra in direzione del casolare Peui d'Amount, che si lascia sulla destra, per salire verso un pianoro dove si incontra un bivio: abbandonare quindi il sentiero che procede in piano per seguire quello di sinistra che sale un po' ripido fino ad un'ultima sella in mezzo ai faggi. Il sentiero poggia decisamente a sinistra e, quasi in piano sotto la cresta di Poggio Pini, conduce in breve, ormai nel territorio di Pramollo, a case Pini ed alla Sea d'Ghigou. Presso la borgata Pellenchi si trova il museo valdese sul tema dell'istruzione e inoltre alcuni siti del comune conservano importanti incisioni rupestri.
Dal colletto si può raggiungere in circa 15 minuti il Poggio Pini (conosciuto anche come 'belvedere"; grazie allo splendido panorama che si gode su tutta la bassa Val Chisone) seguendo il sentiero che percorre la cresta spartiacque. La discesa si effettua seguendo la mulattiera che conduce ai Revure e ai Ribetti dove troviamo la carrozzabile proveniente da Ruata. Da Ribetti si scende a Ciaurenchi, poi si torna a volgere ad est per seguire la carrozzabile che scende a Micialetti. Qui si imbocca la mulattiera che attraversa prima l'ampia comba e poi un bel bosco ceduo dove di tanto in tanto si incontra un casolare isolato. Si perviene così in breve alla strada carrozzabile nei pressi della borgata Minusani,già nel Comune di San Germano. Seguendo ora la strada carrozzabile si scende in mezzo alle borgate di Dormigliosi, Bernardi, Garde d'Amount e d'Aval ed infine Ciampetti.
Da qui in pochi minuti si raggiunge la strada provinciale per Pramollo e quindi si ritorna a San Germano, seguendo la stradina delle Gorge (via I Maggio).
Itinerario etnografico - etnologico S. Germano Chisone - Pramollo
S. Germano: IL PARCO WIDEMANN. Un ampio parco circonda la villa Widemann, sede comunale dal 1989. Il parco ha una ricca varietà di piante d'alto fusto e di cespugli da fiore ed un laghetto con cigni. È aperto al pubblico e vi si svolgono attività culturali e ricreative anche in notturna. A ridosso del parco sorgeva l'antico cimitero valdese di cui restano alcune lapidi sul muro.
S. Germano: LA CHIESA CATTOLICA. Risale al 1759, fu costruita sulle rovine di due chiese precedenti e dedicata al santo Germano. Ha subito negli anni varie migliorie interne ed esterne ed un ampliamento sul fondo. A ridosso della chiesa si trovava l'antico cimitero cattolico.
S. Germano: L'ASILO DEI VECCHI. Facendo una piccola deviazione dalla provinciale che sale a Pramollo, dopo la borgata Gondini, si trova l'Asilo dei Vecchi appartenente alla Tavola Valdese. Si tratta di una costruzione imponente e moderna e tuttavia ben inserita nell'ambiente, inaugurata dal Presidente della Repubblica nel 1989, sostituisce il precedente Asilo risalente al 1893 e fondato dal Pasto C.A. Tron.
S. Germano: LA BARICADDA. Alte rocce fiancheggiano la provinciale per Pramollo in un punto detto "LE BARRICATE" in quanto barriera naturale all'ingresso nel vallone di Pramollo. AI di sopra di esse due villaggi, le Barriere e Le Garde, costituirono punti estremi di difesa per i Valdesi di S. Germano nelle guerre di religione del 1600. Tutta la zona al di sopra delle rocce subì, alla fine del XIX sec., innumerevoli scavi e perforazioni per l'estrazione della grafite ad opera di privati. Sotto il ponte della Baricadda, durante l'ultima guerra, gli abitanti della zona cercarono rifugio contro le bombe dirette sullo stabilimento di Malanaggio.
S. Germano: MINIERA DI ICLA - BRUTTA COMBA. A sinistra della provinciale, salendo a Pramollo, ai confini fra i due Comuni, si trova uno degli ingressi della miniera di grafite di Icla - Brutta Comba il cui sviluppo sotterraneo è di 5 - 6 Km per una profondità massima di 520 m. L'altro ingresso è sul versante di S. Germano. La miniera, aperta nel 1893 da una ditta di Liverpool ed assorbita dalla Talco e Grafite Val Chisone nel 1907, occupò fino a 65 minatori. Fu chiusa nel 1983 quando vi lavoravano ormai pochi Italiani e una decina di Polacchi.
Pramollo: LA FUCINA DEL FABBRO. Nella borgata Rue si può notare sulla destra una ruota ad acqua già ricostruita in anni passati con pale di ferro sostituenti quelle di legno. La ruota, ora in disuso, serviva per il funzionamento della fucina del fabbro ferraio. A Rue c'è una lunga tradizione nella lavorazione del ferro che continua ancora adesso.
Pramollo: LA CHIESA CATTOLICA. Costruita su progetto dell'architetto della "Real Casa" Tommaso Onofrio nel 1843, è dedicata alla natività di Maria Vergine. Alcuni arredi interni e la campana provengono dall'ex chiesa cattolica di Ruata sconsacrata e venduta ai Valdesi nel 1842.
Pramollo: IL MULINO NUOVO. Nella curva dopo Rue è situato il "mulino nuovo" l'ultimo mulino comunale di Pramollo a rimanere in funzione fino alla metà degli anni séttanta. Vi si trovano ancora tutte le attrezzature.
Pramollo: LA FONTANA DELLA FRANA. Nel dicembre 1960 una frana travolse parte della borgata Tournim inferiori uccidendo 9 persone. Nella borgata è stata eretta a ricordo una fontana recante i nomi e le foto delle vittime.
Pramollo: LE MINIERE DI SIASSERA. Compiendo una piccola deviazione dalla strada principale, dopo la borgo Tournim sup.ri, si trova, nascosta fra i boschi, la località Siassera da cui partivano le miniere di grafite di Pramollo che nel 1868 occupavano 65 operai. Una teleferica trasportava il materiale a Pramollo basso da dove, coi carri, veniva portato ai mulini di S. Germano Volavilla prima e Malanaggio poi assorbite dalla Talco e Grafite Val Chisone agli inizi del secolo, furono poi chiuse nei primi anni sessanta. Le abitazioni fatte costruire dalla Val Chisone per i dipendenti sono ora sede di una colonia estiva gestita da frati.
Pramollo: IL MUSEO VALDESE SULL'ISTRUZIONE. Si trova in borgata Pellenchi, all'interno di un'antica scuola Beckwith; oltre a riprodurre una tipica aula scolastica del secolo scorso, contiene una ricca documentazione sulle scuole valdesi di S. Germano e Pramollo ed un archivio fotografico. Lo si può visitare in qualsiasi momento chiedendo la chiave ai vicini.
Pramollo: L'EX CHIESA CATTOLICA. Arrivando in borgata Ruata si nota sulla destra un campanile la cui campana risale al 1853. Lì era l'antica chiesa cattolica di S. Maurizio risalente al 1400, sconsacrata e venduta ai Valdesi nel 1842. I Valdesi la usarono come luogo di culto solo per breve tempo tra il 1881 e il 1888. Fu sede delle scuole comunali e poi statali fino al 1961 e ospita ancora la Sala Valdese del Teatro. Sul retro si trovava l'antico cimitero cattolico caduto in disuso dopo che nel 1573 l'intera popolazione della parte alta di Pramollo divenne Valdese.
Pramollo: LA CHIESA VALDESE. Risale al 1888 e venne costruita con il materiale ricavato abbattendo la grande chiesa detta "La Rotonda" che, innalzata nel 1845 a valle del presbiterio, ebbe subito gravi problemi di stabilità perché costruita su terreno cedevole. Appartenevano alla Rotonda anche le 4 colonne del pronao e gli arredi interni fra cui il bellissimo pulpito in noce su disegno dell'ing. Grosso.
Pramollo: IMPIANTI SPORTIVI DI RUATA. Pochi metri a valle della chiesa valdese si trovano gli impianti sportivi di Ruata: campetto di calcio, campi da bocce, docce e spogliatoi, pista da ballo coperta, locale chiuso per attività sociali. Vi si svolgono attività varie da giugno a settembre.
Itinerario tratto dal volume "Anoummo amount", a cura di Vanda Petrone e Gino Long, pubblicato dall'Associazione Turistica Pro Loco di Pramollo (1995).
Itinerari minori da Rue
Rue (m. 719) - RIBETTI (m. 1348). Dopo un primo breve tratto di strada asfaltata per raggiungere la borgata LUSSIE (sede del municipio), si prosegue su una bella mulattiera attraverso le borgate: CLOTTI (dove c'è una caratteristica scuoletta Beckwith ancora usata per riunioni quarteriali), MEIZOUN NOVA e MICIALETTI (dove c'è la casa di "Mille" che durante la Resistenza fu sede del comando partigiano della brigata Val Germanasca). Il percorso è in gran parte privo di ombra, ma ricco di fontane.
Rue (m. 719) - RUATA (m. 1130). Il primo tratto può essere percorso sia seguendo la provinciale, sia salendo verso LUSSIE e deviando a sinistra sotto il cimitero comunale delle Murise. Poco oltre il cimitero, a fianco di una fontana, si imbocca la mulattiera che sale in mezzo ai castagni (da cui il nome della zona: CIATAGNARE, passa accanto alle miniere di SIASSERA e più in alto a fianco del cimitero di Ruata e degli impianti sportivi, prima di giungere sul piazzale della Chiesa Valdese.
Rue (m. 719) - POMEANO (m.1003). Si imbocca la mulattiera denominata "le voute" (le curve) in località Mulino, per un breve tratto si costeggia la riva sinistra del torrente Risagliardo, poi ci si inerpica nel bosco fra castagni e faggi. La borgata di Pomeano, molto popolata fino ai primi decenni del '900 (più di 50 alunni nella scuola locale) fu una roccaforte valdese durante le guerre di religione. Nel 1686 vi furono trucidati dai soldati francesi del Catinat oltre 200 valdesi, in massima parte donne e bambini. Durante la Resistenza anche i partigiani usarono Pomeano come base per una loro banda armata. Attualmente ha pochissimi abitanti fissi, ma ferve di vita e di attività ricreative nei fine settimana e durante l'estate. Da Pomeano si può raggiungere la Vaccera attraverso un sentiero che per secoli fu sfruttato dai Valdesi in fuga.
Rue (m. 719) - COLLE VACCERA (m. 1400). Si può seguire la carrozzabile deviando poi in frazione Faetto verso la Vaccera (sentiero indicato) o in fraz. Sangle verso Pragiassaut, oppure si può percorrere la vecchia mulattiera dal ponte del Mulino fino oltre Feugiorno per immettersi poi per un tratto sulla carrozzabile. Dal colle Vaccera (con splendido panorama sulla pianura e sul Monviso) si può scendere in Val Pellice trovando subito due posti di ristoro.
Rue (m. 719) - GIARDINO DELLA ROSTANIA (m.1300). Il percorso è lo stesso che conduce alla Vaccera, ma poco oltre il Sangle si svolta a sinistra per PRAGIASSAUT località di pascoli e malghe da cui si gode uno splendido panorama sulla bassa Val Chisone e sulla pianura pinerolese. Il giardino ed il rifugio della Rostania sono in fondo ai prati, nascosti tra i faggi. Furono costruiti nel 1900 da un gruppo di amici amanti della montagna e della sua flora per onorare la memoria del medico sangermanese Pietro Edoardo Rostan che si era occupato di flora alpina. Il giardino botanico conteneva moltissime varietà di piante e fiori in parte inviate da illustri botanici italiani e stranieri, ma durante la guerra venne completamente devastato. Dal 1966 l'Associazione Amici della Rostania ha ricostruito il rifugio, rimesso in sesto parte del giardino e vi organizza campi estivi per ragazzi. Il tragitto è percorribile anche in auto e mountain bike.
Itinerario tratto dal volume "Anoummo amount", a cura di Vanda Petrone e Gino Long, pubblicato dall'Associazione Turistica Pro Loco di Pramollo (1995).
Itinerari minori da Ruata
GIRO DELLA GARDETTA. Percorso della corsa in montagna: Ruata, Gardalin, Eiretto, Quintou, Gardetta, Lazzarà, Ruata. Seguire le frecce della corsa. Vicino all'Eiretto si trovano alcuni massi da anni sfruttati per arrampicate facili.
IL MOULINAS. ROCCE SCALABILI VICINO ALL'EIREITO. Era il più antico mulino comunale di Pramollo, situato lungo la Coumbassa ed il sentiero che un tempo collegava Pramollo alto con Pomeano, la più popolosa borgata del Comune. Non se ne conosce l'anno di costruzione, ma esisteva nel XVIII sec. e si sa che nel 1852 vi venne costruita a fianco l'abitazione per il mugnaio. Accanto ai ruderi del mulino c'è un grosso masso che reca incisi i nomi e le date dei mugnai, la data più antica che vi si può leggere è il 1770. È raggiungibile dalla borgata Case Nuove Pellenchi.
ROCCIO CLAPIE. Nell'arte rupestre del Piemonte questa roccia occupa un posto importante, riproduce la più antica mappa locale e risale al periodo neolitico. La si raggiunge dalla borgata Sapiatti.
IL TICIOUN. Così è chiamato il luogo in mezzo ai boschi in cui, l'11 novembre del '44 i nazifascisti massacrarono un gruppo di partigiani. L'ANPI di S. Germano e Pramollo cura periodicamente il percorso.
ROCCIO ROUBERGIA. È un'antica cava di pietra da cui provengono in massima parte le lose dei tetti di Pramollo portate a valle con una teleferica fino ai Sappè e poi con la slitta. Vi si trovano incisioni recenti lasciate dagli spaccapietre. È raggiungibile dalla borgata Sapiatti attraverso i Sappè.
Itinerario tratto dal volume "Anoummo amount", a cura di Vanda Petrone e Gino Long, pubblicato dall'Associazione Turistica Pro Loco di Pramollo (1995).
Sentieri degli Alpini
Il gruppo ANA di S. Germano e Pramollo provvede alla segnalazione e alla pulizia di una serie di percorsi che, attraverso pascoli e boschi, conducono a località panoramiche o di interesse storico.
Itinerario n. 1 (a piedi): S. Germano Chisone (m.460) - Colle LAZZARÀ (m.1600). Segnaletica in legno su paletti o con tacche gialle nella prima parte, con paletti e tacche rosse nella seconda parte. Dalla borgata GONDINI, prima su strada asfaltata, poi su sentiero si raggiunge PRAPUNSUN (m. 765) da cui si gode un ampio panorama su Villar e S. Germano. Nel vasto prato si trovano la fontana ed il rustico adibito a rifugio ANA S. Germano e Pramollo. Si prosegue per la CLUTETTA dove il sentiero si congiunge con quello che sale da S. Germano attraverso Gianassoni e Briere (anche questo è segnalato). Poco dopo si esce dal bosco di faggi per entrare nella pineta e si raggiunge la SEA dei PINI (m. 1250). Da qui si può raggiungere in pochi minuti il BRIC dei PINI (detto anche IL FARO perché in epoca fascista vi venne eretto un faro che veniva acceso in particolari ricorrenze) da cui si gode un bel panorama e la TUNA GRIOTTA (dal nome di un certo Griot capitano valdese che, secondo la leggenda vi si rifugiò durante le persecuzioni per guarire dalle ferite riportate in uno scontro con i Francesi). A questo punto si può dimezzare la gita raggiungendo la borgata Ribetti di Pramollo, oppure proseguire per il colle LAZZARÀ. Il sentiero si snoda tra pini e larici, passa a PLAN BRUSÀ (il cui nome ricorda qualche antico disastroso incendio) attraversa la BAISASSA e raggiunge i pascoli del LAZZARÀ fino ai famosi CAMP (m. 1560) dove si vedono ancora le trincee scavate nel 1704 dall'esercito del Generale LA FEUILLADE quando poneva l'assedio ai Valdesi che in quel frangente aiutavano i Savoia a difendersi dal nemico francese. In tutto la gita può richiedere dalle tre alle quattro ore. Dal colle LAZZARÀ si può poi scendere sia sul versante di Pramollo (più breve sia su quello di Perrero).
Itinerario n. 2 (a piedi) Ruata di Pramollo (m.1130) - Gran Truc (2360). Il GRAN TRUC domina il vallone di Pramollo e ne è un po' l'emblema. Sulla sua vetta c'è una croce in ferro posta anni fa da un gruppo di giovani di Perrero. Da RUATA si raggiunge a piedi attraverso vari sentieri, (o in auto su strada in gran parte sterrata), il LAZZARÀ e pochi metri prima del colle si devia a sinistra seguendo la segnaletica: frecce rosse sulle rocce e frecce in legno su paletti. Si raggiungono le BAISSE del Truc attraverso un viottolo panoramico che dà ora sul vallone di Pramollo, ora sulla Val Germanasca. In primavera si attraversano distese di rododendri in fiore. La salita verso il TRUC è dura e impegnativa, ma di lassù il panorama è stupendo: VaI Germanasca, Pramollo, Angrogna, la pianura, le montagne. Dal Truc al GRAN TRUC si cammina ancora per una ventina di minuti. Ai piedi del Gran Truc si può ammirare il lago del LAUZOUN (m. 2050). La gita si può effettuare in una giornata, bisogna tener presente che dal Lazzarà al Gran Truc non ci sono sorgenti lungo il sentiero.
Itinerario n. 3 ( a piedi) Ruata di Pramollo (m. 1130) - Lago del Lauzoun (m. 2050). Dal Lazzarà si segue il sentiero per il Gran Truc fino in località Gardetta dove è indicata la deviazione a destra, dopo 200 metri si trova il viottolo che, tra rododendri e "drau" (ontano montano), raggiunge il LAUZOUN ed il suo splendido lago. La gita richiede una giornata tra l'andata ed il ritorno. A circa metà percorso si trova un'ottima sorgente. Dal Lauzoun si può salire a Conca Cialancia per ammirare altri laghetti alpini.
Itinerario tratto dal volume "Anoummo amount", a cura di Vanda Petrone e Gino Long, pubblicato dall'Associazione Turistica Pro Loco di Pramollo (1995).